SMOKE OF DESERT (ex smoke of god)
Il respiro del deserto accarezza il suolo, sgrana la sabbia e soffia senza far rumore.
Il suo cuore batte lento, la sua voce sorda e monolitica sembra il solo suono nei dintorni.
Ho cercato con i miei occhi un punto fermo tra le dune, marciando verso Est e ad ogni passo verso l’ignoto perdevo ogni timore, ogni peso.
Restano indietro, si dissolvono le orme sulla sabbia come i pensieri del passato che non hanno più nulla da pesare in questo presente.
La notte, davanti al fuoco, respiravo incenso; anima del deserto e lacrima terrena dell’essenza divina.
Nel cuore del Dhofar Dio lasciò un frammento di sé, oro del deserto, affinchè gli uomini potessero bruciarlo per comunicare con Lui.
Se gli Dei nelle loro notti oscure fumassero per viziare il proprio spirito, fumerebbero incenso.
Ho perso ogni contatto con la realtà per entrare nel mezzo del nulla e lasciarmi andare alla legge del deserto.
Una regola non scritta, un codice non espresso ma che impone una visione; guardarsi dentro.
Non esiste niente, non succede niente.
Parlano i tramonti riflessi nella mia iride ma aspettano l’oscurità per svelare ogni significato.
La notte è la poesia del buio, custode di pensieri naufragati e parole con Dio.